lunedì 17 agosto 2015


L'organizzazione Internazionale per le Migrazioni OIM

" Il numero di sbarchi di migranti in Europa è di 250mila e i morti in mare sono almeno 2.300 persone!" Ma a questi dobbiamo aggiungere purtroppo altri 49, solo ieri...

Ma le nostre ambasciate, cosa possono fare per ridurre il traffico e le tragedie in Mare?



Il numero di sbarchi di migranti in Europa dall' inizio del 2015 è di  circa 250 mila e già supera il totale dello  scorso anno! Ad affermarlo è l’Oim, Organizzazione internazionale per le Migrazioni, evidenziando anche il numero drammatico delle vittime:  “almeno 2.300” le persone morte nel tentativo di attraversare "uno dei luoghi più pericolosi per i migranti! Purtroppo anche il numero delle vittime in questi 8 mesi superano quello dell'intero anno 2014! Sono circa 102mila migranti hanno attraversato il Canale di Sicilia, “la rotta più mortale al mondo” per chi fugge da violenze disastri e povertà, e sono giunti dalla Libia all’Italia, afferma una nota dell’Oim.
Proprio ieri venivano pubblicati questi datti dell'OIM sulla situazione dei migranti e c'era già un'altra tragedia in mare, altri morti, altra emergenza... 
E mentre i politici si impegnano ad inventare nuove e vecchie critiche, nuove e antiche responsabilità da attribuire, nel balletto sconcio delle strategie elettorali,  raccolgo la memoria dei superstiti, seguo le loro tracce, dalla partenza del proprio paese, spesso massacrato da guerre o da crisi economiche nutrite dalle nostre politiche economiche vergognose,  per arrivare a quei barconi fatiscenti dove uomini, donne e bambini vengono estirpati come merce da poco conto dai famigerati trafficanti di vita e venditori di morte.
Chi sono i profughi che rischiano la vita nel mediterraneo e per quale ragione questo accade  sempre di più? Sono in prevalenza giovani in fuga, ma molto frequentemente queste persone hanno già parenti che risiedono regolarmente in Europa, con un lavoro sicuro e una abitazione pronta ad accogliere i parenti. Allora verrebbe spontaneo chiedersi perché queste persone si affidano ai trafficanti pagando cifre esorbitanti per viaggiare in queste condizioni disumane e insicure piuttosto che entrare con un visto regolare dopo aver viaggiato in un aereo comodo e sicuro?  La risposta la possiamo trovare all'interno di questa macchina inefficiente e altamente burocratica che si chiama rapporto internazionale, di cui è a capo il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano. 
Attualmente una grande quantità di migranti presenti sul territorio italiano in maniera continuativa e regolare, sono in possesso dei requisiti per accogliere i propri parenti (una abitazione consona alla quantità di persone da accogliere, un reddito compatibile. L’ingresso per ricongiungimento familiare è possibile previo rilascio del visto  di ingresso in base al ricongiungimento familiare che consente l’ingresso in Italia, ai fini di un soggiorno di lunga durata, a tempo determinato o indeterminato, ai familiari di cittadini stranieri già regolarmente soggiornanti in Italia.
L’Ambasciata Italiana del paese di origine concede al cittadino straniero il visto di ingresso per motivi di famiglia una volta che lo Sportello Unico per l’Immigrazione della Prefettura competente ha emesso il nulla osta (vedi requisiti dal sito del Ministero http://www.prefettura.it/pistoia/contenuti/53958.htm). Il rilascio del nulla osta per il ricongiungimento familiare, necessario per ottenere il relativo visto di ingresso, deve essere richiesto allo Sportello Unico per l’Immigrazione del luogo di dimora, compilando gli appositi moduli telematici direttamente attraverso il sito internet del Ministero dell’Interno (nullaostalavoro.interno.it), 

Il nulla osta per un visto italiano

Sono le prefetture sparse in tutt'Italia che verificano la documentazione presentata da gli stranieri che già vivono nel territorio italiano e, una volta assicurato che ci siano i requisiti emette il nulla osta al ricongiungimento familiare. La procedura non è troppo lunga, ma sicuramente molto selettiva e dura da portare a termine con buoni risultati, ma al giorno di oggi i nulla osta emessi in Italia sono comunque tanti, nonostante tutte le difficoltà.

Le persone tutelate e l'antitutela

Anche i titolari di permesso di soggiorno per Protezione Sussidiaria o in possesso del  riconoscimento dello Status di Rifugiato possono chiedere il ricongiungimento familiare con i propri parenti e vengono agevolati dalla legge (in teoria)  per la loro situazione di vulnerabilità o rischio di vita che si estende anche ai familiari per ovvi motivi. Proprio per questo, i soggetto a rischio di vita  dovrebbero avere un canale privilegiato nella domanda di ricongiungimento, bypasando l'obbligo di alcuni requisiti come il reddito e l'abitazione. Ma dalla teoria alla pratica le carte in gioco cambiano e a bloccare le richieste di ricongiungimento familiare è la residenza anagrafica, prima non obbligatoria per i soggetti tutelati da protezione internazionale e asilo, e che ora invece diventa condizione sine qua non, in vigore dallo scorso anno in tutti i comuni italiani. 

La residenza anagrafica e la compra-vendita di legalità

Sulla residenza anagrafica che dovrebbe essere un diritto prima ancor che un dovere di ciascun cittadino, straniero o italiano,  presente in modo continuativo in un determinato comune, bisognerebbe aprire un capitolo a parte perché essa è diventata ormai un lusso di pochi e di conseguenza,  una macchina che genera nuove povertà per ciascun cittadino, straniero o italiano che sia perché almeno in questo possiamo dire che non ci sono distinzioni e il negato diritto di residenza colpisce chiunque in condizioni di povertà che sfocia inevitabilmente in quella di emarginazione! 
La residenza anagrafica nel comune di Firenze, per esempio, non viene data a chi non ha una abitazione in affitto o di proprietà ed è diventata una propria e vera merce da commercializzare anche a caro prezzo, perché purtroppo, dove i diritti si restringono, emerge lo sfruttamento e la malavita. In questo contesto, anche le residenze vengono vendute sul mercato dei poveri e nella sola città di Firenze i prezzi variano tra il 500 e il 1000 euro a persona. Per fare chiarezza, molti titolari di immobile in affitto decidono di vendere la residenza sul proprio immobile, anche se la persona non potrà mai abitare in quel luogo. Le vittime più frequenti sono gli immigrati in quanto necessitano della residenza per portare avanti le diverse pratiche di regolarizzazione, compreso la richiesta di 
ricongiungimento familiare.
Capite quante siano le difficoltà a fare entrare legalmente un proprio parente senza dover chiamare "in causa" i trafficanti di persone? Ma l'odissea di Ulisse non finisce qui! Una volta conclusasi la pratica di ricongiungimento e già in possesso del nulla osta all'ingresso in Italia dei propri familiari, inizia la vera e propria maratona per l'ottenimento del visto sul passaporto. 

Le Ambasciate i la maratona per un visto 

Sono immense le difficoltà dello straniero a poter entrare in contatto con le ambasciate italiane nel proprio paese di provenienza (laddove esistono le nostre rappresentanze) e ancor di più la verifica della documentazione da presentare ai fini del visto per motivi familiari. Una volta già presentata la documentazione da parte dei parenti che vivono in Italia, lo straniero che si trova a dover scappare da una guerra, una situazione di pericolo o semplicemente spinto dal desiderio di ricomporre la propria famiglia raggiungendo i suoi parenti si trova a dover pagare, molto spesso, svariate somme di denaro a gli addetti alla sicurezza delle ambasciate per poter accedere ad un appuntamento. Questo accade nello Yemen (sotto guerra), in Iraq (dove anche lì c'è una guerra), nell'Uganda, in Kenia, ma secondo informazioni dei migranti, la consueta "tangente" per accedere alle zone verdi delle ambasciate è un classico del commercio della salvezza. Ovunque si vada i trafficanti ci sono, più o meno feroci, più o meno regolari, perché dove c'è disperazione, c'è chi lucra su di essa!  Se lo straniero riesce a sfondare il labirinto della burocrazia, alla fine, dopo tanto tempo, a volte anni, potrà entrare regolarmente in Italia! Purtroppo i tempi sono troppo lunghi e  le possibilità di contatto con le ambasciate eccessivamente difficili! 

L'Europa, Dublino III e la fuga continua....

Ecco perché molti dei nostri naufraghi in realtà sono persone di diritto ad un ingresso regolare, aldilà della condizione stessa di rifugiato o di profugo e non soltanto in Italia, ma anche verso altri paesi della Europa dove si trovano i propri parenti. Persino Dublino III lo recita, in uno dei suoi articoli che il migrante sbarcato in un paese europeo può chiedere al momento della sua identificazione di essere trasferito nel paese che già ospita i suoi familiari e l'Europa deve provvedere alla verifica dei dati e trasferimento del migrante, ma la realtà è che molti, dopo aver vinto la lotteria del mare ed essere arrivati vivi in Italia, Grecia, Malta, devono ancora fuggire verso i propri parenti, senza che i loro diritti vengano assicurati.

Di questo non sento parlare mai nessuno! Come non sento parlare mai di una verifica seria sul lavoro della nostra rappresentanza nei paese in guerra o in quelli nelle immediate vicinanze, dove i profughi e i parenti di stranieri già in europa si recano per un visto! Fino a quando non si affronterà seriamente la questione dei diritti, delle responsabilità e della difesa delle persone, i morti sul Mediterraneo continueranno ad essere troppi, i politici (tutti, nessuno escluso!) continueranno a speculare sulla questione dei migranti e la gente continuerà a scappare, a morire e vedere negati i propri diritti, come in ciascuna realtà dove regna inciviltà!
                                                                                                                    Kátia Lôbo Fitermann







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